Germania, USA 2013
Regia: Brian Percival
Attori: Sophie Nélisse, Geoffrey Rush, Emily Watson, Ben Schnetzer, Carina Wieser, Heike Makatsch, Roger Allam
La storia del titolo, si svolge nella provincia tedesca durante la II Guerra Mondiale.
Protagonista, una bambina di origine russa, ridotta alla fame ed esposta a persecuzione politica; la madre, per salvarla, deciderà di affidarla ad un’attempata coppia tedesca e, sullo sfondo del dramma incombente della guerra e dei rastrellamenti razziali, la piccola crescerà imparando a leggere ed a credere nell’amicizia, nella bontà altrui e nel potere delle parole.
Un film meno drammatico di quanto lasciasse intendere il trailer e, già per questo, potenzialmente deludente.
L’aggettivo che più potrebbe descriverlo è “carino”, ovvero sufficiente per non dire mediocre.
Il prodotto si lascia guardare ma, nonostante il tema trattato, finisce per apparire compilativo.
L’opera, invero, sembra strizzare l’occhio a molti generi, senza tuttavia avere il coraggio di sceglierne uno.
Anche la protagonista Sophie Nelisse non sembra azzeccatissima, tanto è poco espressiva.
Goeffrey Rush ed Emily Watson non hanno bisogno di presentazioni, ma il film si affida un po’ troppo alla loro bravura e fama, dimenticandosi che non bastano ottimi attori per fare un ottimo film.
Tuttavia, alcuni spunti interessanti di sceneggiatura si notano, come quello della vera identità della voce fuori campo, ma, al dunque, risultano strampalati nell’utilizzo.
C’è un macroscopico errore di sintassi scenica: com’è possibile leggere (giustamente) scritte di negozi e manifesti in tedesco, ma poi vedere che protagonista e tutti gli altri scrivono in inglese?
Da segnalare, inoltre, la presenza di una delle più brutte e malriuscite scene drammatiche del decennio, altamente parodiabile.
Il tutto si conclude buttando lì un finale interessante, positivo e sfacciatamente strappalacrime, ma sconnesso da tutto ciò che lo precede.
In definitiva, il film ha un solo grandissimo pregio, di accezione politica e diplomatica: ricordare al mondo che Hitler, prima della Polonia, invase la Germania.
Troppo spesso Hollywood ha glissato su quante persone tedesche non sposarono la causa del nazionalsocialismo; non sarebbe da stupirsi se, da sondaggio, risultasse che, per molti, Oskar Schindler era un imprenditore inglese/americano anziché tedesco, magari solo perché ad interpretato nel capolavoro di Spileberg del 1993 era Liam Neeson.
Per fortuna, persone di coraggio e buon cuore si trovano ovunque, ed il film sottolinea quest’altra realtà.
Duurata: 131′
Drammatico. **½
By Lorenzo in sala