12 ANNI SCHIAVO

Stati Uniti 2013
Regia: Steve McQueen
Attori: Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti, Brad Pitt, Lupita Nyong’o

Basato su un’autobiografia scritta nella seconda metà dell’800 da Salomon Northup, 12 anni Schiavo è un film che si eleva a testimonianza diretta della schiavitù dal punto di vista di un uomo di colore istruito schiavizzato.
La trama è sconvolgente: un libero e rispettato uomo di colore del nordamerica, marito e padre di famiglia, si ritrova catapultato al sud e venduto come schiavo, dopo essere stato vittima di un raggiro; un’ingiustizia, nell’ingiustizia.

Dopo film più o meno retorici sull’argomento, in cui l’ovvietà dell’abisso etico diventa quasi banale e, pertanto, pericolosa, Steve McQueen confeziona un film fisico e celebrale, per quanto violento e di delirio.
Il film mette in scena l’orrore della schiavitù a tutto tondo: sopruso, indifferenza, disprezzo e tortura ciclica, declinata in frustate, fatica, stupri e demolizione psicologica.
Il tutto è trattato con distacco, come tutte quelle opere che vogliono attenersi al “vero” didascalico, tanto da suggerire l’attenzione del film come tutta rivolta alla psiche, ovvero evidenziare il grado di resistenza al dolore della mente e del fisico umano, quando a prevalere è l’istinto di sopravvivenza: l’azione, intesa come adozione di una strategia per evadere, è pressoché assente; la ribellione interna viene repressa; la rassegnazione grava passiva.
Questa, l’essenza del film. Nonostante gli ottimi attori però, si ha la sensazione che il film, epurato di sadismo e violenza, finisca senza distinguersi per qualcosa di davvero memorabile, non invogliando ad una seconda visione; del resto, quando la tortura da psicologica degenera in fisica, portandosi al limite sopportabile per personaggi e spettatori, è allora che il film difetta di originalità, apparendo come un connubio tra The Passion(2004) di Gibson e Brothers(2009) di Sheridan.
Pertanto, il vero grande rischio del film, concepito non come blockbuster ma nemmeno come prodotto di nicchia, è quello di risolversi per un lento documentario sulla schiavitù e sul sadismo umano, lasciando poi allo spettatore l’interpretazione del messaggio di denuncia.
Motivazione storica alla base della storia: nel 1841, le importazioni di neri dall’Africa sono ormai proibite, ma la schiavitù, al sud, è ancora legale; in quelle terre resta comunque alta la richiesta di negri; dove attingere, se non nel Nord del Paese?

Durata: 134′
Biografio, Drammatico. ***½

By Lorenzo in sala

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...